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L’idea
della produzione di questo lavoro è nata nell’ottobre-novembre
2000 in occasione dello studio della dinamica dei corpi rigidi. Stavo
trattando i momenti d’inerzia e in un primo momento pensavo di fornire agli
alunni della mia classe (una quarta del Liceo Scientifico /Indirizzo PNI) solo
le formule, limitandomi ad illustrarle solo per i corpi più semplici (massa
puntiforme, anello omogeneo, cilindro cavo); la presenza nel gruppo-classe di
alcuni elementi promettenti che spesso si impegnano in lavori di buona qualità,
anche al di là del lavoro di routine, mi ha invece spinto sulla strada
dell’approfondimento del tema. E’ nata la necessità che si fornissero
maggiori conoscenze agli allievi sull’origine delle formule dei momenti
d’inerzia per i corpi rigidi ideali con i quali hanno a che fare
frequentemente. Dall’altro lato, il desiderio di verificare in qualche modo le leggi studiate risolvendo dei problemi concreti, mi ha suggerito in un primo momento di affrontare lo studio del moto di una barretta vincolata in un suo estremo, che può ruotare in un piano verticale. Dopo aver osservato il risultato teorico sulla notevole accelerazione tangenziale con cui inizia a muoversi l’estremo libero della barretta (a=1,5g) è venuta spontanea l’idea di realizzare un’esperienza in laboratorio nel tentativo di rilevare le diverse velocità di caduta di una moneta (in caduta libera) e dell’estremo libero della barretta. Da quel momento ci si è messi all’opera. Gli
allievi erano sempre più interessati e poiché in laboratorio potevamo disporre
di una barretta tutto sommato abbastanza
corta (solo 43 cm), per poter evidenziare lo scarto previsto teoricamente tra le
velocità, due ragazzi si sono armati di telecamera per “riprendere” il
fenomeno. Quando sono state elaborate le immagini, il risultato è stato
soddisfacente ed al rallentatore si vede abbastanza bene il ritardo della
moneta. Successivamente
è continuata la trattazione della dinamica rotazionale per i corpi rotondi ed
anche in questo caso l’interesse degli studenti è andato via via crescendo,
tanto che ho deciso di chiedere la collaborazione alla Collega di laboratorio affinché
si impegnasse a reperire una
sfera, un cilindro pieno e un cilindro cavo omogenei, aventi tutti la stessa
massa e lo stesso raggio. A
questo punto ho potuto constatare un forte spirito di collaborazione tra i
colleghi ed una notevole interazione sinergica con
gli allievi. Il
Collega Vitale Frassanito, docente anch’egli di Matematica e Fisica nello
stesso Istituto, non appena appresa la necessità del reperimento dei corpi
rotondi si è prodigato direttamente nella fabbricazione degli stessi,
fornendoci esemplari di ottima qualità. Alcuni allievi hanno preparato altro
materiale per realizzare l’esperienza, la Collega di Laboratorio Clara
Alfarano ha curato, come suo solito, con grande scrupolo, l’evolversi delle
diverse fasi e….finalmente ha preso corpo l’esperienza del rotolamento dei
corpi sul piano inclinato. Sembrerà
strano, ma il dover verificare se le previsioni teoriche vengono rispettate
nella realtà, crea un certa attesa, e…. se poi non si ottiene quello che si
è previsto? Non si può pretendere che già la prima volta si ottengano
risultati soddisfacenti: una delle attrattive della ricerca sperimentale è
proprio qui, rieseguire l’esperienza, controllare i parametri, osservare
attentamente per scoprire cosa ancora sfugge. Nel nostro caso avevamo trascurato
la presenza di qualche “nodo” nel legno dei corpi. Ormai la cosa era fatta,
si trattava di neutralizzare in qualche modo quelle presenze indesiderate. Un
paio di accorgimenti messi in atto dalla nostra esperta Collega
di laboratorio ha permesso di realizzare l’esperienza e ottenere i
risultati che sono presentati in questo modesto lavoro. Onde
offrire al lettore spunti di riflessione, qui
si riportano alcuni problemi svolti sulla dinamica rotazionale e sul
principio di conservazione del momento angolare. Si tratta di lavori che ho
sviluppato nel corso dell’attività didattica. Nel
lavoro sono contenute alcune schede
di approfondimento sul calcolo dei momenti d’inerzia per
alcuni corpi rigidi, riportate come applicazione del calcolo integrale, a
beneficio di chi fosse interessato. Nel
concludere sento di dover esprimere
un ringraziamento ·
ai miei allievi che con
il loro interesse mi hanno stimolato ad impegnarmi in questo lavoro; ·
alla Collega Clara
Alfarano, non solo per la collaborazione in quanto responsabile dell’attività
del laboratorio di Fisica, ma anche perché è stata disponibile a riorganizzare
in tempi diversi le esperienze onde consentirmi di osservare meglio i risultati; ·
al Collega Vitale
Frassanito per l’immediata disponibilità a collaborare e per la passione con
cui ha preparato i corpi rotondi utilizzati nell’esperienza. Un
ringraziamento particolare agli allievi Antonio Zippo, Giovanni Baglivo e
Giorgio Zippo per l’impegno profuso nell’organizzazione delle esperienze,
per la cura delle riprese filmate e per l’elaborazione dei fotogrammi. Tricase, 21 Marzo 2001 Luigi Lecci Aggiornamento del lavoroLa presente versione del lavoro, oltre a presentarsi fruibile
in formato web, è stata arricchita con la risoluzione di ulteriori
problemi applicativi. Devo precisare che molti dei testi dei problemi qui
risolti sono tratti, o comunque ispirati, a prove d'esame di Fisica
relative a corsi tenuti presso l'Università degli Studi di Lecce nelle diverse
facoltà scientifiche. Mi scuso per non aver potuto riportare i riferimenti
precisi alle suddette tracce. Montesano Salentino, 4 dicembre 2003 Luigi Lecci |
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